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Psicoterapia oltre lo schermo

  • Immagine del redattore: cristinasempio8
    cristinasempio8
  • 28 mag 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Un percorso di psicoterapia online è uguale ad un percorso dove ci si incontra in studio di persona? La risposta è no, non è uguale. Quindi è meno efficace?

Nella sua recente lettera “Psicoterapia durante una pandemia” Nancy Mc Williams afferma “il coronavirus ha reso il mio lavoro più informale, più intimo, più rivelatore della reale interdipendenza tra me e i miei pazienti”.

Una prima differenza salta all’occhio: la variazione del luogo e delle modalità dell’incontro. Ognuno da casa sua si collega per entrare nella casa dell’altro. E allora quello schermo che sembrava un vetro separatore diventa una finestra nella vita di ognuno, in quella del paziente e in quella del terapeuta, ed entrano in campo variabili di ogni tipo. Figli e conviventi che fanno sentire le loro voci in lontananza dietro ad una porta, connessioni intermittenti e videocamere che non mettono sempre a fuoco, e allora bisogna ripiegare sulla videochiamata su WhatsApp, animali domestici che fanno capolino alle spalle di chi parla. Tutti elementi di una quotidianità che irrompe nella “stanza di analisi” e che smonta la rigidità dei ruoli, dove terapeuta e paziente sembravano su due pianeti differenti.

Cosa fare? È ancora possibile fare un buon lavoro insieme? È possibile se come terapeuti abitiamo il nostro ruolo, e questa disposizione che è dentro di noi diventa il luogo dove incontrare il nostro paziente e lavorare insieme. È possibile se entrambi ci si dà l’opportunità di assumere un punto di vista differente, per incontrarsi nella propria umanità e affrontare insieme la sofferenza.

E allora davvero la terapia online può diventare uno strumento che accorcia le distanze geografiche permettendo l’instaurarsi della relazione.

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©2020 di Cristina Sempio - Psicologa Psicoterapeuta. Creato con Wix.com

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